Videodrome

David Cronenberg
Canada
Max Renn è il proprietario di Civic Tv, una piccola stazione televisiva che trasmette spesso video pornografici e contenuti violenti. Durante un talk show a cui partecipa in qualità di ospite, Max incontra la seducente speaker radiofonica Nicki Brand e il misterioso Brian O Blivion, un uomo che comunica esclusivamente attraverso registrazioni video, in cui fa annunci profetici sui pericoli della televisione.
Un giorno Max viene contattato dall’amico e tecnico televisivo Harlan, il quale gli rivela di aver captato un segnale satellitare che trasmette un programma intitolato Videodrome: si tratta di uno show brutale che mostra scene di torture e violenze a sfondo sessuale. Interessato a voler aggiungere Videodrome nella programmazione di Civic Tv, Max si mette alla ricerca dei produttori dello show, ma finisce per trovarsi in un vortice di allucinazioni, omicidi e complotti governativi...
con James Woods, Debbie Harry, Sonja Smits, Peter Dvorsky, Leslie Carlson
3.50€ prezzo unico (nell'ambito dell'iniziativa "Cinema in Festa")
Versione originale con sottotitoli in italiano
Ecco il primo titolo di una lunga serie, speriamo, di restauri curati dalla Cineteca di Bologna, istituzione con la quale abbiamo da anni un rapporto privilegiato.
Videodrome è a tutti gli effetti il ‘manifesto’ del cinema di Cronenberg: un film paradigmatico, pluristratificato e scioccante. Sconvolgente come un’allucinazione, lucido e denso come un saggio teorico sul mondo mass-mediale in cui ci è dato di vivere. Raramente il cinema ha portato così in profondità la riflessione su se stesso, sul proprio senso, sul suo rapporto con gli altri media e con il corpo degli spettatori. […] Cronenberg riflette sull’intossicazione iconica derivata dal consumo di immagini televisive e sulle modificazioni fisiche e antropologiche che la diffusione della Tv sta apportando all’apparato percettivo umano. Videodrome ha cioè la forma inquietante di un’interrogazione problematica sulla natura riproduttiva delle immagini e sul rapporto di ambivalente fascinazione e repulsione che l’occhio umano prova di fronte ai propri sogni e ai propri incubi reificati e incessantemente riprodotti sullo schermo della Tv.
Recensione di Gianni Canova