The Whale

Un professore d'inglese che soffre di grave obesità tenta di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente per cercare un'ultima possibilità di riscatto. Brendan Fraser ha vinto l'Oscar 2023 come miglior attore protagonista.
The Whale
Data:
18/03/2023; 19/03/2023
Orario:
18:45
Rassegna:
Prima visione
Regia:

Darren Aronofsky

Anno:
2022
Origine:

Stati Uniti d'America

Durata:
117'

Orari di programmazione:

Sabato 18 marzo ore 18.45;

Domenica 19 marzo ore 16.15.

Charlie è un uomo obeso di una cinquantina d'anni. Vive solo, passa le giornate seduto sul divano tenendo corsi di scrittura online, guardando la tv e mangiando compulsivamente. Nella sua vita ci sono Liz, amica infermiera che si prende cura del suo stato di salute sempre più precario, e la figlia diciassettenne Ellie, che ha abbandonato quando era bambina per seguire l'amore della sua vita, Adam. Sentendo la morte avvicinarsi, Charlie decide di spendere il tempo che gli resta per riconciliarsi con Ellie, la quale non gli ha mai perdonato la sua scelta...

Brendan Fraser ha vinto l'Oscar 2023 come miglior attore protagonista.

Cast e Credits

con Brendan Fraser, Sadie Sink, Hong Chau, Ty Simpkins, Samantha Morton

Costo

8€; ridotto 7€ (6.50€ per Amici, Più che amici, Sostenitori)

Critica

A 14 anni di distanza dal Leone d'oro per The Wrestler [...], Aronofsky torna in competizione a Venezia con la trasposizione di una pièce teatrale di Samuel D. Hunter. Tra la Bibbia e "Moby Dick", attraverso il lavoro del commediografo Hunter (che firma la sceneggiatura), in The Whale Aronofsky riprende il tema per lui abituale della deriva fisica come tramite dell'ascensione e della redenzione spirituale.

In questo nuovo film, interamente ambientato (a parte una breve sequenza onirica) nell'appartamento ingombro d'oggetti e di cibo del protagonista - un luogo anche al cinema predisposto come un vero e proprio palcoscenico - tutto ruota attorno al corpo fuori scala di Charlie, qui interpretato da Brendan Frazer: ingombrante, osceno, "disgustoso", come si sente dire più volte nel film. Nascosto agli occhi dei suoi studenti, ai quali fa lezione senza videocamera, l'ex professore universitario che ha perso l'amore (del suo compagno, della sua famiglia, di sé stesso) e si è abbandonato a una fame insaziabile e a una morte certa, negli ultimi giorni di vita accetta di mostrare la sua figura e aprire la sua casa alle persone che ancora gli restano [...]. 

È lui, Charlie, come suggeriscono i continui richiami del testo a "Moby Dick", la balena bianca, l'espressione, cioè, di un male inesplicabile, la parte oscura di sé stessi in questo caso finita spiaggiata su un divano, a masturbarsi guardando film porno, a mangiare pizza consegnata sul pianerottolo, con l'ipertensione e il cuore vicino al collasso. Ed è lui, ancora, come dice Thomas allo stesso Charlie, l'uomo della Bibbia che ha fatto della sua libertà un'occasione per vivere secondo la carne, rinunciando apparentemente all'amore.

Eppure, tra questi due testi alla base della cultura americana, Charlie sa di aver generato il suo corpo deforme (interamente realizzato con trucchi prostetici applicati al fisico possente di Frazer) proprio per amore - o meglio, per mancanza d'amore - e che dunque in lui c'è una contrapposta spinta al bene e alla redenzione; un'anima divisa in due che conferma la natura intimamente religiosa (se non propriamente cristologica) dei personaggi di Aronofsky. 

Recensione di Roberto Manassero