As bestas - La terra della discordia

Rodrigo Sorogoyen
Spagna, Francia
Orari di programmazione:
venerdì 21 aprile ore 21;
sabato 22 aprile ore 18.30 (vo. sott. ita) e 21;
domenica 23 aprile ore 16, 18.30 e 21.
Una coppia francese di mezza età si trasferisce in un villaggio locale, cercando un nuovo contatto con la natura. La loro presenza però infastidisce due abitanti del luogo fino a provocare un'ostilità e una violenza scioccante. Il film è un thriller avvincente che si è aggiudicato il premio Goya 2022.
con Denis Ménochet, Marina Foïs, Luis Zahera, Diego Anido, Machi Salgado
8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori)
Rodrigo Sorogoyen si conferma come un regista abilissimo nel dirigere attori che diano corpo e vitalità ai personaggi loro affidati.
Nel vedere As Bestas (letteralmente traducibile come "Le bestie") lo spettatore italiano (e non solo) non può non andare con la memoria a Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti. Come in quel film del 2007 abbiamo una coppia che decide di andare a vivere in un paesino suscitando la profonda diffidenza degli autoctoni. In cosa consiste allora la differenza e l'originalità del film di Sorogoyen? Consiste in una serie di elementi che fanno di quest'opera un trattato per immagini su opposte visioni del mondo che si trasformano in una lotta per la sopravvivenza.
A partire dalla diffidenza atavica verso lo 'straniero' che trova in vaghe reminiscenze storiche la motivazione per tenere a distanza e dileggiare 'il francese' che si vuole allontanare al più presto da un contesto che è contraddittoriamente chiuso se non sprangato nei confronti di chi viene da fuori. Contraddittoriamente perché nei confronti dell'installazione delle pale eoliche, che portano con sé il miraggio di un facile arricchimento, questa chiusura non si manifesta ma anzi anche i più alieni da qualsiasi mutamento ne vorrebbero l'immediata approvazione. Che non arriva, con un voto che è determinante, proprio dalla coppia francese che, sulla base di principi di rispetto dell'ambiente, vede quell'intervento come una deturpazione del paesaggio.
Da qui nasce il conflitto che vede in due fratelli, legati da un profondo spirito di rivalsa, i 'giustizieri' che, in un crescendo carico di tensione, si adoperano affinché gli intrusi abbandonino il luogo e le coltivazioni che hanno iniziato ad attivare.
Nello stesso anno in cui Alcarràs ha vinto l'Orso d'Oro a Berlino con una vicenda che vede comunque al centro il mondo rurale, diventa ancor più interessante chiedersi cosa stia accadendo in questa Europa che dovrebbe essere dei popoli che però non solo non sembrano avere una visione unitaria del futuro ma sono al centro di diatribe localizzate.
Recensione di Giancarlo Zappoli