SEMIDEI

Alessandra Cataleta, Fabio Mollo
Italia
Saranno presenti i registi Alessandra Cataleta e Fabio Mollo.
Semidei è un documentario che ripercorre mezzo secolo di storia raccontando le due statue bronzee meglio conservate al mondo, i due misteriosi guerrieri che riemersero dal mare di Riace nel 1972, dopo duemila anni passati sott’acqua. Interviste e documenti inediti, testimonianze dirette e il racconto di un presente in tumulto sono il cuore di questo viaggio. I Bronzi di Riace rappresentano il nostro passato ma, come ogni cosa smarrita e poi ritrovata, incarnano anche i desideri di futuro, di pace e di bellezza che animano da sempre il genere umano...
8€; 7€ ridotto. Ingresso gratuito per i possessori di una tessera Amici, Più che amici, Sostenitori
Documentario
Parti da un quartiere di Reggio, dal lato che dalla Tangenziale dirupa verso il mare, magari proprio da Gebbione - il rione del regista Fabio Mollo. Imbocchi la 106 che promette come punto di arrivo Taranto e inizi a metterti alle spalle Pellaro, Bocale e Lazzaro dove la gente di città ha le ville estive, Saline Joniche con i cimiteri industriali della Liquichimica Biosintesi e le Officine Grandi Riparazioni FS, la Locride e i suoi fatti di storia e di cronaca. Poi la 106 vecchia diventa 106 nuova, tutto scorre più veloce, la costa si allarga e attraversi Caulonia, Stignano e infine Riace. Hai viaggiato nello spazio ma anche nel tempo. Hai fatto lo stesso periplo dei Bronzi, però al contrario.
Semidei, il doc di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta, prodotto da Palomar con il sostegno della Calabria Film Commission, presentato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia all'interno delle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori, fa avanti e indietro su questo itinerario - la Statale 106, la strada della morte, la strada della sopravvivenza. Su e giù da Reggio e Riace, dalla sala anti-sismica e climatizzata dove ora stanno i Bronzi alla spiaggia dorata e sabbiosa davanti alla quale sono stati per circa un millennio e mezzo; ma anche prima e dopo, dall'esposizione del giugno-luglio 1981 al Quirinale fortemente voluta da Pertini al loro arrivo al museo reggino; e poi a lato, il Quinto Centro Siderurgico a Gioia Tauro, i Moti di Reggio Calabria, i campi rom della Piana, la Seconda Guerra di 'ndrangheta, i morti di Cutro, i profughi ucraini [...].
Recensione di Luigi Coluccio