SEARCHING FOR SUGAR MAN

Una carriera brevissima ma straordinariamente promettente, quella di Sixto Rodriguez, prima che scomparisse nel nulla. Due fan scoprono, però, che il cantautore potrebbe essere ancora vivo e lo cercano in Sudafrica.
SEARCHING FOR SUGAR MAN
Data:
16/10/2023
Orario:
19:00
Rassegna:
Gli invisibili
Regia:

Malik Bendjelloul

Anno:
2012
Origine:

Svezia, Gran Bretagna, Finlandia

Durata:
86'

Il cantautore folk di Detroit Sixto Rodriguez, morto due mesi fa, divenne simbolo anti-apartheid a sua completa insaputa. Il mondo lo ha conosciuto grazie al doc premio Oscar ‘Searching for Sugar Man’ che vogliamo riproporre. Il docufilm racconta come Sixto abbia lavorato come operaio gran parte della sua esistenza mentre viveva modestamente a Detroit, incanalando il suo spirito politico con candidature al consiglio comunale, a sindaco di Detroit e persino a rappresentante dello Stato del Michigan. Le sue canzoni a sfondo politico e social contro le ingiustizie hanno in qualche modo incontrato il movimento anti-apartheid e – di conseguenza – la censura dal governo della nazione africana fautore della segregazione. Se non lo conoscete fidatevi di noi e venite a conoscere Sixto...

Cast e Credits

con Stephen 'Sugar' Segerman, Dennis Coffey, Mike Theodore, Dan Dimaggio, Jerome Ferretti

Costo

8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori)

Informazioni aggiuntive

Versione originale con sottotitoli in italiano

Critica

I primi anni '70 del rock americano sono una stagione che definire memorabile è riduttivo, per quantità e qualità di offerta musicale: l'onda lunga dei '60 mescolata alle diramazioni rivoluzionarie che verranno, l'album che si afferma definitivamente sul singolo, i generi che cominciano a mescolarsi in ibridi sempre più suggestivi. Una stagione talmente aurea da costare il semi-anonimato per talenti tutt'altro che trascurabili: gente come Bruce Palmer, Shuggie Otis o Sixto Rodriguez. La parabola di quest'ultimo, però, è così carica di curiosità e sfortunate vicissitudini da meritare un discorso à rebours, che porta a un documentario che diviene dapprima un caso e in seguito un Oscar (per una volta) indiscutibile.
Consolatorio, con tanto di happy end, una vicenda che è quasi una versione in negativo del sogno americano ma che si presta comunque all'apologo sentimentale del documentario-biopic, Sugar Man è stato capace di convincere tutti lungo il suo cammino, dall'appassionato di musica desideroso di scoprire tutto su Sixto Rodriguez, all'amante della vicenda "dalle stalle alle stelle", al patito di docu-rock, finalmente di fronte a un esempio che dia un senso a un sottogenere (giustamente) bistrattato. Dopo due dischi coincisi con altrettanti insuccessi di pubblico, infatti, Rodriguez svanisce nell'ombra ma conquista - restandone ignaro - un successo incredibile nella peculiare realtà del Sud Africa dell'Apartheid, in cui i testi spregiudicati del nostro sono visti come una spinta alla ribellione.
Ne nasce un culto così diffuso e duraturo da spingere un appassionato e un giornalista sudafricani ad indagare approfonditamente su Sugar Man e sulla sua scomparsa, ammantata nel mito. Lo svedese Malik Bendjelloul confeziona astutamente tutti questi elementi in un racconto omogeneo, giocando nell'incipit sul mistero di un artista maledetto con inusuali inserti digitali "postumi" per poi approdare ai lidi rassicuranti del docu-rock classico e alla più classica delle storie di riscatto e redenzione [...].

Recensione di Emanuela Sacchi