NAVALNY

Alexei Navalny ripercorre la storia del suo avvelenamento in Russia. Giornalismo serrato, in tempo reale. Un documento destinato a diventare riferimento per altri film a venire.
NAVALNY
Data:
29/02/2024
Orario:
21:00
Rassegna:
Prima visione
Regia:

Daniel Roher

Anno:
2022
Origine:

USA

Durata:
98'

Agosto 2020. Dopo una trasferta in Siberia "per fare un bel film sulla corruzione locale", Alexei Navalny, avvocato russo fondatore del movimento Russia del futuro e della Fondazione anti corruzione, aperto oppositore di Putin, si sente male mentre è sul volo con cui da Tomsk sta rientrando a Mosca. Dopo un atterraggio di emergenza viene ricoverato nell'ospedale di Omsk ed entra in coma mentre i medici locali negano l'azione di sostanze tossiche. Il giorno successivo, a seguito dell'intervento di Angela Merkel, è trasferito d'urgenza in aereo a Berlino, sorvegliato dalla famiglia e dallo staff. La notizia rievoca immediatamente per analogia il tentato avvelenamento, nel 2018, di Sergej Skripal, ex agente dei servizi segreti russi. La causa si rivela la medesima: il Novichok, agente nervino, in uso nell'esercito russo. Approfittando della riabilitazione di Navalny in un paesino della Foresta nera, il regista Daniel Roher coglie l'occasione di intervistarlo.

Distribuito da I Wonder pictures, il film ha vinto l’Oscar come miglior documentario.

Costo

5.50€

Informazioni aggiuntive

Versione originale con sottotitoli in italiano

Critica

Ci sono film che richiedono anni di preparazione e altri che vengono pensati e realizzati in tempi estremamente più rapidi, nonostante l'alto livello di complessità, tecnico-logistica e tematica. Presentato in anteprima al Sundance 2022, Navalny appartiene a questa seconda tipologia.

Contiene una quantità consistente di informazioni su metodi investigativi e strategie comunicative. Il canadese Daniel Roher (Once Were Brothers: Robbie Robertson and The Band), la cui voce arriva dal fuori campo nelle parti di interviste a tavolino, ha avuto l'appoggio produttivo della CNN (Clarissa Ward, prima inviata internazionale del network, ha, anche nel film, l'onore della "rivelazione" al mondo), oltre che dei collaboratori stretti, della famiglia del protagonista e del giornalista bulgaro Christo Grozen, capo investigatore di Bellingcat.

Ma ha anche dovuto maneggiare una personalità forte e istrionica, perfettamente consapevole delle proprie doti retoriche. La sua difficoltà è nel mantenere distanza dal proprio oggetto, autonomia di giudizio e neutralità rispetto alla temperatura dei fatti ripresi: uno su tutti, la clamorosa sequenza della verifica telefonica nella quale il dissidente usa le informazioni in suo possesso come leva per incastrare chi ha (maldestramente) tentato di ucciderlo.

Recensione di Raffaella Giancristofaro