L'EXPÉRIENCE ZOLA

Gianluca Matarrese
Italia, Francia
Sarà presente il regista Gianluca Matarrese
Serata realizzata in collaborazione con F.I.C.E. Emilia-Romagna
Anne è una regista teatrale. Si è separata dal marito e sta cambiando casa. È spenta, senza desideri. Conosce Ben, vicino di casa servizievole e attore senza scritture. Lui la guarda con occhi appassionati, lei non vuole mai più legarsi a un uomo. Ma quando decide di mettere in scena "L’assommoir" di Emile Zola, è a lui che propone il ruolo di Coupeau, riservandosi quello di Gervaise. Man mano che la storia si sviluppa, il confine tra la vita reale e la rappresentazione teatrale si riduce sempre di più...
con Anne Barbot, Benoît Dallongeville, Jean-Christophe Laurier, Agathe Peyrard
8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori)
Versione originale con sottotitoli in italiano
Gianluca Matarrese conosce molto bene il rapporto tra realtà, finzione teatrale e finzione cinematografica e utilizza con maestria questa competenza.
Chi ama il cinema ricorda come l'ultimo film realizzato da Louis Malle sia stato Vanya sulla 42^ Strada. In quel film il Maestro francese riprendeva una replica, per un pubblico selezionato, della pièce di Cechov ed iniziava con gli attori che entravano in sala parlando tra di loro e solo a un certo punto lo spettatore, grazie al riferimento a nomi russi, poteva comprendere che lo spettacolo era iniziato.
Quello è un film che è rimasto nella memoria di chi ha amato quel regista e il suo cinema non solo per questo incipit ma anche per il modo con cui la macchina da presa si metteva al servizio degli interpreti quasi nascondendo la sua presenza. Sono trascorsi quasi trent'anni da allora e la camera di Matarrese è molto più presente ma lo sa essere nel modo giusto e con la giusta misura.
Perché lo scopo qui è di indagare su quella parete che non è la quarta (quella cioè tra attori e pubblico) ma quella che sta dietro, che si situa nei camerini e nella vita al di fuori delle mura del teatro. Il riferimento è a un testo di Zola che, quando uscì, creò scandalo descrivendo senza falsi pudori le vite della lavandaia Gervaise e di suo marito Coupeau con tutto il carico di passione ma anche di dolore che ne permeava la relazione.
Recensione di Giancarlo Zappoli