LA ZONA D'INTERESSE

La vita del comandante di Auschwitz e sua moglie nei pressi del campo di concentramento di Auschwitz..
LA ZONA D'INTERESSE
Data:
27/01/2025
Orario:
21:00
Rassegna:
Prima visione
Regia:

Jonathan Glazer

Anno:
2024
Origine:

Gran Bretagna, Polonia, USA

Durata:
105'

Il 27 gennaio 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Dal 2000, anno della sua istituzione, ogni 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria per commemorare le vittime dell'Olocausto e mantenere viva la Memoria affinché eventi simili accadano mai più.

Questa sera alle ore 21 il Cinema Rosebud propone, in versione originale sottotitolata in italiano, il film "La zona d'interesse" (2023) di Jonathan Glazer, vincitore di due Premi Oscar 2024, tra cui quello come Miglior film internazionale, e del Gran Premio della giuria al Festival di Cannes 2023.

Glazer affronta il tema della Shoah - già ampiamente trattato in più di un capolavoro cinematografico - in modo inedito e unico. Schermo nero. Rumori. Musica. 1943: un gruppo di giovani adulti e bambini fanno un picnic vicino a un fiume. La famiglia è quella di Rudolf Hoss. Vediamo la moglie e i cinque figli. Abitano nella villetta con giardino adiacente al campo di Auschwitz. Lui ne è il comandante. Mentre la loro vita scorre nella più totale normalità, protetta da un muro perimetrale, nel campo accanto vengono deportate, rinchiuse e uccise migliaia di persone.

Il cinema che narra l'inenarrabile senza mai mostrarlo direttamente ma lasciandolo intuire attraverso una raffinata sottrazione narrativa (di questo orrore noi spettatori cogliamo rumori sinistri in sottofondo o il fumo dei forni di cremazione). Un laboratorio di analisi della banalità del male e della separazione tra percezione soggettiva e realtà oggettiva. Un film che vi consigliamo di recuperare se non lo avete visto.

Cast e Credits

con Christian Friedel, Sandra Hüller, Johann Karthaus, Luis Noah Witte, Nele Ahrensmeier

Costo

8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori). Riduzioni valide dal lunedì al venerdì

Informazioni aggiuntive

Versione originale con sottotitoli in italiano

Critica

Siamo di fronte ad un film ambizioso e collocato in un'epoca storica tristemente nota, quella degli anni '40 e della messa in atto della Soluzione Finale da parte dei nazisti. Ma è chiaro fin da subito come non sia la ricostruzione storica a interessare il regista, bensì la messa in scena di una situazione paradossale, così estrema da trasformarsi in un laboratorio di analisi della banalità del male e della separazione tra percezione soggettiva e realtà oggettiva.

Introdotto e chiuso da alcuni minuti di solo audio - una composizione di Mica Levi che sembra rievocare il suono di urla di dolore umane - il film di Glazer sceglie di introdurci alla vita di una famiglia rivelando gradualmente il contesto generale. Con un astuto gioco di campi e controcampi e una meticolosa osservazione del profilmico, in cui ogni dettaglio dell'inquadratura assume importanza, cominciamo a intravedere cosa ci sia al di là del muro, e quindi ad associarlo alle immagini note di una delle pagine più tragiche della storia dell'umanità. Svelato il mistero, tutto assume un nuovo significato e ogni situazione quotidiana sembra una versione distorta di quanto avviene al di là del muro: non saremo più in grado, come è giusto che sia, di interpretare con il medesimo metro di giudizio quanto avviene alla famiglia Höss.

Eppure, superato lo choc della scoperta, a emergere con vigore è il ruolo simbolico della rappresentazione messa in atto da Glazer. Una volta che tra spettatore e personaggi si è creato un distacco siderale, ecco che la sceneggiatura li riavvicina, insinuando il dubbio che sia proprio la normalità di alcuni piccoli gesti e dialoghi il monito nascosto di La zona d'interesse. I discorsi sulla carriera professionale di Rudolf, il ménage famigliare o il contrasto tra la personificazione di animali e piante a scapito dell'oggettivizzazione delle vittime di Auschwitz, la costante sensazione di vivere in una bolla, nella negazione di quel che avviene al di fuori, riproduce comportamenti e vizi della nostra contemporaneità borghese.