INVELLE

Simone Massi
Italia, Svizzera
Orari di programmazione:
venerdì 6 settembre ore 21;
sabato 7 settembre ore 20.45;
domenica 8 settembre ore 21.
Direttamente dalla sezione Orizzonti dell'81° edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia un film che parla di memoria e di storia.
Tre bambini, in diverse epoche del Novecento (1918, 1943 e 1978) attraversano le guerre mondiali e gli anni di piombo. A raccontare i quarantamila fotogrammi disegnati a mano, uno per uno, ci sono le voci di Marco Baliani, Ascanio Celestini, Mimmo Cuticchio, Luigi Lo Cascio, Neri Marcorè, Giovanna Marini, Achille Massi, Gemma Massi, Toni Servillo e Filippo Timi.
con Marco Baliani, Ascanio Celestini, Mimmo Cuticchio, Luigi Lo Cascio, Neri Marcorè
8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori). Riduzioni valide dal lunedì al venerdì
Animazione
Partire dal titolo può tornare utile: "invelle", in dialetto marchigiano, significa "in nessun posto". In effetti Simone Massi racconta un non luogo popolato di ricordi, di persone anonime che hanno attraversato gli orrori della guerra senza premi, né medaglie, e senza finire sui libri di storia.
Alle tematiche da sempre care a Massi, come la terra, la memoria, la civiltà contadina, si aggiunge il filo rosso della resistenza, riportato anche cromaticamente nel film, in bianco e nero tranne appunto i dettagli rossi. A scomparire inesorabilmente, con il progredire degli anni e l'avvicendarsi delle generazioni, è la civiltà contadina. Massi la "riporta in vita" ripercorrendo, attraverso lo sguardo di tre bambini contadini in tre diverse epoche del Novecento - le due guerre mondiali e gli anni di piombo - la storia del Novecento, con uno sguardo politico preciso, rigorosamente antifascista.
L'obiettivo dichiarato è mostrare a chi guarda come le storie, le più piccole, quelle "della provincia, della provincia, della provincia", solo apparentemente insignificanti, di fatto si incontrino con la Storia, la segnino pur nell'invisibilità e finiscano per scontrarsi con gli eventi più sconvolgenti del nostro Paese. Che cosa resta di noi, della nostra storia e della Storia che attraversiamo? Questo il quesito che attraversa inquieto e ribelle il lavoro di Massi, la cui risposta sta proprio nella messa in risalto della gente che resta invisibile, che non verrà mai celebrata con illustri vie o piazze, ma che la Storia l'ha fatta e subita, come ha subito la guerra e le sue devastanti conseguenze sulla propria pelle [...].
Recensione di Claudia Catalli