IL PIÙ BEL SECOLO DELLA MIA VITA

Alessandro Bardani
Italia
Orari di programmazione:
sabato 16 settembre ore 19.15;
domenica 17 settembre ore 20.30.
Gustavo è un centenario che vive in una casa di riposo gestita dalle suore, un centenario che non ha mai saputo la propria origine, visto che la donna che lo ha partorito non ha voluto riconoscerlo al momento della nascita. Con l'entrata in scena di Giovanni, un volontario della FAeGN, l'Associazione Nazionale Figli Adottivi e Genitori Naturali, forse le cose stanno per cambiare: in Italia c'è una legge che impedisce ai figli non riconosciuti, prima del centesimo anno di età, di avere accesso alle informazioni sulla donna che li ha messi al mondo. Giovanni la vuole cambiare, quella legge, e per questo convince Gustavo a tornare con lui a Roma, chiedere di scoprire da dove viene e ad una serata in suo onore fare pressione sul Ministro dell'Interno perché cambi questo problematico istituto. Inizia così il loro viaggio...
con Sergio Castellitto, Valerio Lundini, Carla Signoris, Antonio Zavatteri, Elena Lander
3.50€ per l'iniziativa Cinema Revolution/Cinema in Festa
È un cinema di parole e situazioni, quello di Bardani, supportato dalla bella fotografia di Timoty Aliprandi e il brano-apripista di Brunori Sas.
Quanta genealogia di realtà c'è dietro Il più bel secolo della mia vita? La legge 184 del 1983 (poi rivista con la 149 del 2001), ad esempio, dove in quella singola linea dell'articolo 7 si stabilisce il concetto presente al centro del film, cioè che ai figli non riconosciuti è precluso l'accesso ai dati di chi li ha partoriti, e questo per la durata di un secolo; oppure le sentenze della Corte Europea, della Corte Costituzionale e della Cassazione, che a partire dal 2012 hanno più volte ricordato al governo italiano della necessità di intervenire sulla materia, cosa che si stava per fare con un disegno di legge passato alla Camera nel giugno del 2015, poi arenatosi come tutta la XVII Legislatura con lo scioglimento del Parlamento a marzo 2018; per non citare l'attuale vuoto normativo, dove a decidere caso per caso sono i singoli Tribunali per i Minorenni, a volte concedendo l'avvio della richiesta di riconoscimento e a volte no, perché non c'è nulla su cui basarsi [...].
Recensione di Luigi Coluccio