IL GUSTO DEL SAKÈ

L'ultimo film di Ozu è un'elegia del tempo che scorre, imperniato ancora sul tema del matrimonio.
IL GUSTO DEL SAKÈ
Data:
19/02/2024
Orario:
21:00
Rassegna:
Il cinema ritrovato
Regia:

Yasujirô Ozu

Anno:
1962
Origine:

Giappone

Durata:
113'

Il Giappone ci ha portato fortuna in questo inizio anno e se avete amato "Perfect Days" di W. Wenders non potete non vedere questo film di Y. Ozu, regista amato e idolatrato da Wenders così come da tantissimi altri registi contemporanei.

Tre uomini di mezza età, Kawai, Horei e Hirayama, si ritrovano a una celebrazione a bere insieme a un loro anziano insegnante. Quest'ultimo, che vive in povertà, rivela la sua disperazione per aver impedito alla figlia di sposarsi e averla così condannata all'infelicità. Hirayama, che si trova in una situazione analoga, vedovo e accudito dalla figlia Michiko, comincia a pensare che sia tempo di trovare uno spasimante all'altezza di Michiko. Ricordato come l'ultimo film di Ozu, e di conseguenza come il suo testamento, "Il gusto del saké" non è mai stato pensato per essere tale, visto che il regista stava lavorando a un altro film quando il male ha avuto il sopravvento su di lui...

Cast e Credits

con Chishû Ryû, Shima Iwashita, Keiji Sada, Mariko Okada, Teruo Yoshida, Noriko Maki.

Costo

8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori). Riduzioni valide dal lunedì al venerdì.

Informazioni aggiuntive

Versione originale con sottotitoli in italiano

Critica

"Il gusto del sakè" è una riflessione malinconica ed ironica allo stesso tempo sulla disgregazione dell’unità familiare e, per estensione, dell’intera società giapponese, sempre più lontana dalla sua cultura tradizionale e, soprattutto, sul rassegnato senso di solitudine che pervade la vita e diventa sempre più evidente avvicinandosi alla vecchiaia. In una rigida composizione formale, che nulla concede alla drammatizzazione della narrazione, contrassegnata dalla totale staticità dello sguardo, fissato come di consueto all’altezza di una persona seduta sul tatami, e dove ogni sequenza narrativa è segnata e delimitata dalla ripetizione del medesimo schema di piani e dalla medesima contrapposizione di interni ed esterni, "Il gusto del sakè" ritrae Shuhei Hirayama, ormai vedovo e giunto alla soglia della vecchiaia, nel processo che lo vede prima prendere coscienza dell’inevitabilità del distacco da sua figlia Michiko e quindi decidere di lasciarla libera di sposarsi.