GRAND TOUR

Il viaggio di un uomo attraverso l'Estremo Oriente e della sua fidanzata che cerca di raggiungerlo. Il film è stato premiato al Festival di Cannes.
GRAND TOUR
Data:
14/12/2024; 15/12/2024
Orario:
20:15
Rassegna:
Prima visione
Regia:

Miguel Gomes

Anno:
2024
Origine:

Portogallo, Italia, Francia, Germania, Giappone, Cina

Durata:
129'

Orari di programmazione:

sabato 14 dicembre ore 20.15;

domenica 15 dicembre ore 20

Birmania, 1917. Il funzionario dell'Impero britannico Edward riceve un telegramma dalla fidanzata Molly, che vuole raggiungerlo a Rangoon per sposarlo. Edward sale sul primo treno, che deraglia. Da lì inizia un viaggio attraverso l'Estremo Oriente, che lo condurrà in Vietnam, nelle Filippine, in Giappone e infine in Cina, puntualmente raggiunto dai telegrammi di Molly che non demorde e segue le sue tracce tra mille difficoltà...

Il film ha conquistato il Premio Miglior Regia al Festival di Cannes 2024

Cast e Credits

con Gonçalo Waddington, Crista Alfaiate, Cláudio da Silva, Lang Khê Tran, Jorge Andrade

Costo

8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori). Riduzioni valide dal lunedì al venerdì.

Critica

Miguel Gomes, autore di Tabu e Le mille e una notte, ha contribuito in maniera determinante a rendere una materia sempre più fluida la commistione di cinema documentario e di finzione.

Grand Tour continua un discorso personale e lo porta in Estremo Oriente: la componente di finzione è ambientata nel passato ma è evidentemente girata nel presente, spesso in interni, anche a causa del lockdown da Covid-19. La suggestiva monocromia della fotografia e l'utilizzo di tecniche come l'iris rimandano però a un'epoca lontana del cinematografo. A rappresentare gli esterni sono invece immagini catturate da Gomes durante viaggi recenti in quei luoghi e il montaggio di vecchio e nuovo, bianco e nero e colore, documentario e finzione provoca l'effetto ossimorico desiderato dall'autore.

Le lingue parlate sono tante quanti i paesi attraversati e osserviamo prosaici attimi di quotidianità contemporanea - una giostra in Myanmar, un karaoke nelle Filippine e così via - mentre una voce over ricostruisce la storia d'amore incompiuto tra Edward e Molly. Un effetto complessivo straniante, agevolato da un ritmo lento e suadente e dall'immersione in una vegetazione lussureggiante che culla lo spettatore in uno stato semi-onirico.

Recensione di Emanuele Sacchi