CILE - IL MIO PAESE IMMAGINARIO

Patricio Guzmán
Cile, Francia
“Ottobre 2019, una rivoluzione inattesa, un’esplosione sociale. Un milione e mezzo di persone che scendono in piazza a Santiago reclamando più democrazia, una vita più degna, una migliore educazione, un miglior sistema sanitario e una nuova costituzione. Il Cile aveva ritrovato la sua memoria. L’evento che attendevo dal tempo delle mie lotte studentesche nel 1973”.
Mezzo secolo dopo aver commosso e indignato il mondo con il suo incendiario e monumentale "Battaglia del Cile", l’indomito Guzmán porta di nuovo la sua macchina da presa nelle strade per documentare il risveglio di una nazione, in particolare delle donne, protagoniste e attente osservatrici dell’onda dirompente che porterà al Plebiscito nazionale del 2020, il primo dell’era post-Pinochet.
Ingresso unico 5.50€
Versione originale con sottotitoli in italiano
Per raccontare gli eventi dell'autunno del 2019 a Santiago, e ciò a cui hanno portato, c'erano tanti modi possibili e tante, tantissime immagini a disposizione. Patricio Guzmán decide di leggerli da una prospettiva ben precisa, quella femminile.
Cile - Il mio Paese immaginario alterna alle immagini della protesta prima, della violentissima repressione da parte dell'esercito poi, e infine dell'assemblea costituente che ha portato alla riscrittura della costituzione nazionale, solo e soltanto interviste alle donne che sono state protagoniste o attente osservatrici di questo percorso. Manifestanti, giornaliste, psicologhe, artiste, dottoresse, politologhe esperte o giovani politiche delle nuova leva.
Ma non è tutto. Attraverso le loro narrazioni, il regista pone la questione delle donne a monte e a valle di tutto ciò che è avvenuto e sta avvenendo, suggerendo che la condizione di povertà ed urgente necessità delle madri in Cile sia stata tra le micce più incendiarie della protesta popolare, a tutti i livelli sociali, dalle università alle baraccopoli, che la loro rabbia abbia motivato e raccolto le tante anime del movimento, e che non ci sia un destinatario più urgente e centrale delle donne, nello scacchiere sociale, cui il nuovo corso politico dovrà guardare e rispondere [...].
Recensione di Marianna Cappi