C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA

Sergio Leone
USA
Orari di programmazione:
lunedì 28 ottobre ore 20 (vos)
martedì 29 ottobre ore 18.30 (vos)
La storia di Max (Woods) e Noodles (De Niro) comincia negli anni Venti quando i due, ancora ragazzini, iniziano la loro carriera nella malavita del quartiere ebraico di New York. Dopo alterne vicende e drammatici eventi all'interno della criminalità organizzata, Max e Noodles incontreranno destini diversi. Leone dipinge un grandioso, emozionante affresco che rende un sincero omaggio alla crudele ma appassionante epopea dei gangsters.
con Elizabeth McGovern, James Woods, Robert De Niro, Treat Williams, Joe Pesci
8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori). Riduzioni valide dal lunedì al venerdì.
Versione originale con sottotitoli in italiano
“La versione ricostruita dura ora 4 ore e 15 minuti. In Once Upon a Time in America ci sono tutti gli elementi che caratterizzano il cinema di Sergio Leone: epica, morte, amicizia, ricordi, rapine, tradimenti, un duello lungamente annunciato, una presenza ‘visiva’ della colonna sonora, l’uso stupefacente del dolly e dei movimenti di macchina. Eppure il film è molto diverso dai suoi precedenti: thriller, melodramma, citazioni dei classici del cinema gangsteristico, ma anche di Chaplin, di Welles e del neorealismo, convivono in un viaggio verso l’oblio e la morte nel quale lentamente scopriamo la disperazione di Noodles, all’interno di una grandeur cinematografica e irreale. In questa storia circolare, in cui tutto viene sempre rinviato e tutto resta immutabile, in un’America che non è più il paese dove si avverano i sogni, ma un luogo oscuro dove una parabola di potere può finire in un tritarifiuti, Noodles è un antieroe che ha l’aura del personaggio epico, un esiliato che non può più ritornare a casa, perché non c’è più casa che non sia solo un ricordo drogato. Leone mette in scena ancora una volta i miti umani, ma qui anche il miracolo e il mistero della loro esistenza, osserva gli accadimenti in una prospettiva cosmica, scruta i suoi personaggi con pietà e commozione. Il memorabile sorriso estatico di De Niro, nel finale, è un tradimento liberatorio delle convenzioni del cinema, ma è anche la logica conclusione di un film che per Leone era “una sorta di balletto di morte della nascita di una nazione… [dove] tutti i miei personaggi guardano in faccia la morte”. Sarà l’ultima inquadratura del suo cinema. Sergio Leone morirà nel 1989, mentre, a casa sua, vedeva il film di Robert Wise Non voglio morire”.
Gian Luca Farinelli