Bardo - La cronaca falsa di alcune verità

Alejandro G. Iñárritu
Messico
Silverio Gama, giornalista e documentarista messicano, si è perso nel mezzo del cammino, da qualche parte tra il paese natio e quello di adozione. Eternamente diviso tra Messico e Stati Uniti, dove ha fatto crescere i suoi figli, Silverio Gama è il primo periodista latino-americano a vincere un prestigioso premio internazionale. Nel tempo che lo separa dalla premiazione ufficiale a Los Angeles, passa in rassegna la sua vita, quella professionale e quella personale, segnata dalla morte di Mateo, il figlio che ha vissuto una manciata di ore prima di decidere che il mondo era un brutto posto. Tra presente e passato cerca un senso e trova il capolinea.
con Daniel Giménez Cacho, Griselda Siciliani, Ximena Lamadrid, Íker Sánchez Solano
8€; 7€ ridotto (6.50€ per Amici, Più che Amici, Sostenitori)
Versione originale con sottotitoli in italiano
Con 21 grammi, Alejandro González Iñárritu si era già interessato alla morte. Più precisamente, aveva indagato quell'intervallo in cui un uomo non è più vivo ma non è ancora morto, quando il corpo cade e da filmare rimane soltanto l'anima e il suo presunto peso.
Dodici anni dopo replica l'esperienza con Leonardo DiCaprio, sfruttando quella sua vocazione naturale per le esperienze al limite. Nell'inverno di Revenant, l'attore 'pesa' 21 grammi. Attaccato e gravemente ferito da un orso, viene abbandonato dai suoi compagni. A terra, restano le spoglie mortali di un divo pesante e pesto in cui riconosciamo a stento l'elfo di Titanic. Ieri come oggi il cinema di Iñárritu incomincia dall'ultimo respiro dei suoi eroi, incarnati a turno da Sean Penn, Javier Bardem, Leonardo DiCaprio e Daniel Giménez-Cacho, a cui affida addirittura la 'sua' vita e il territorio in cui si sente più a suo agio, il sogno.
E in quello spazio onirico lascia emergere le sue domande, le sue angosce, le sue immagini. E mai come in Bardo quelle immagini sono intime e per questo forse inestricabili e sature. Ci sono voluti sette anni all'autore per uscire dal silenzio. Dopo Revenant, survival tragico ed estremo, Iñárritu riprende il cammino con un'opera più personale, ancorata al Paese natale, ai suoi complessi e alle sue ossessioni artistiche. Bardo è la storia di un ritorno a casa attraverso il personaggio di un giornalista che si reinventa regista. Un film di 'raccordi' ostinati tra due paesi e due dimensioni, di scavalcamenti (im)possibili di confini, che Amazon vuole spostare fino a 'invadere' la Bassa California, e di linee temporali dove presente e passato si superano, rallentano e poi si allacciano tra risonanze liete o drammatiche.
Recensione di Marzia Gandolfi