Sicilian Ghost Story

Data:
03/09/2025
Orario:
14:00

Regia: Fabio Grassadonia, Antonio Piazza (Italia-Francia-Svizzera, 2017) 122' 

Scuola secondaria di primo (ultimo anno) e secondo grado

Luna, una ragazzina siciliana con la passione per il disegno, frequenta un compagno di classe, Giuseppe, contro il volere dei suoi genitori,  perché il padre di lui è coinvolto con la malavita. Giuseppe porta lo stesso nome di Giuseppe Di Matteo e come lui scompare misteriosamente, al termine di un pomeriggio passato insieme a Luna. Lei non si dà pace, entrando in conflitto sia con la famiglia, sia con i compagni di classe e nel crescendo drammatico del film anche con la migliore amica. La certezza che Giuseppe si possa salvare le viene dai suoi strani sogni e da un terribile evento, in cui quasi annega in un lago e le sembra di ritrovare il ragazzo in una sorta di antro subacqueo...

L’opera di oggi è dedicata a un ragazzo di quindici anni, Giuseppe Di Matteo, sequestrato dai mafiosi, tenuto quasi due anni e mezzo in prigionia prima di essere assassinato, nel 1996; ed è ispirato liberamente al racconto Un cavaliere bianco di Marco Macassola nella raccolta Noi saremo confusi per sempre (Einaudi).
E oggi, come ieri, Cosa nostra torna in campo, orientando i destini dei protagonisti e della storia. Perché Giuseppe, poco dopo aver scambiato il primo, timido e radioso bacio con Luna, viene rapito e segregato da una squadra di mafiosi: solo perché colpevole di essere il figlio di un pentito collaboratore di giustizia e diventando, con quel rapimento, oggetto di ricatto per il padre.
Così il racconto sviluppa due percorsi dinamicamente contrapposti: uno quello di Luna, attivo, vitale, operoso, sospinto da una passione di tredicenne in estasi che non si rassegna alla scomparsa del coetaneo del quale s’è, per la prima volta nella sua vita, innamorata; uno quello di Giuseppe, necessariamente passivo, legato ai ferri che lo tengono incatenato nelle prigioni scelte dai suoi aguzzini, in una progressione d’abbrutimento e di rovina fisica che prelude ad un esito divaricato, a sua volta, in due dimensioni (apparentemente) antitetiche, quella della realtà e quella del sogno. Prima di convergere su un’unica, romanticissima traccia. (...)
Claudio Trionfera, panorama.it, 18/5/2017