Malala

Data:
03/09/2025
Orario:
16:00

Regia: Davis Guggenheim (Usa, 2015) 93'

Scuola secondaria di primo e secondo grado

Malala Yousafzai aveva appena 15 anni quando nel 2012 fu vittima dei talebani della Valle dello Swat che le spararono tre colpi di pistola alla testa mentre tornava a casa da scuola. La sua colpa: aver manifestato pubblicamente fin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Dopo l'attentato che l'ha ridotta in fin di vita e che l'ha costretta a lunghi mesi di cure e riabilitazione, Malala ha dato vita a un'organizzazione no profit, la Malala Fund, con la quale raccoglie fondi dedicati a progetti educativi in tutto il mondo.

Le voci narranti sono quelle di Malala e di suo padre, l'attivista Ziauddin Yousafzai, consulente speciale per l'istruzione globale alle Nazioni Unite. Ed essenzialmente quella di Malala è una storia d'amore fra un padre e una figlia che hanno sviluppato un rapporto simbiotico e si danno reciprocamente coraggio nel perseguire una battaglia etica contro le discriminazioni e a favore dell'accesso paritario alla scuola. Sotto questo punto di vista il documentario è assai riuscito, e racconta un'iniziazione alla libertà di espressione a partire dalla scelta di papà Ziauddin di chiamare la figlia come un'eroina della tradizione Pashtun, Malalai di Maiwand, una sorta di Giovanna d'Arco afghana. "Figlia figlia, non voglio che tu sia felice, ma sempre contro finché ti lasciano la voce": la frase della canzone di Roberto Vecchioni sembra essere il mantra di Ziauddin, e la chiave del rapporto fra i due. L'importanza di far sentire la propria voce, costi quel che costi, è centrale nella loro storia affettiva, tanto più che il padre è leggermente balbuziente (come lo è il suo doppiatore italiano, Filippo Timi), e rivendica (anche attraverso la figlia) il diritto ad esprimersi comunque, senza mollare mai.
Paola Casella, mymovies.it