Il ragazzo invisibile
Regia: Gabriele Salvatores (Francia-Italia, 2014) 100’
Scuola primaria e scuola secondaria di primo grado
Michele ha 13 anni e vive in una tranquilla città sul mare. La sua esistenza è piuttosto ordinaria e le giornate scorrono senza grandi emozioni, tranne quando si tratta di Stella, la ragazza che in classe non riesce a smettere di guardare e che sembra proprio considerarlo invisibile. Poi, un giorno, Michele fa una straordinaria scoperta che darà vita alla più incredibile avventura della sua vita: lui può diventare invisibile!
(...) il film di Gabriele Salvatores (...) si pone nella zona, poco frequentata dalle nostre parti, del 'fantasy adolescenziale': con protagonisti in età scolare, supereroi e supercattivi, però senza molto da spartire con 'Transformers' e similari cinecomic americani. In qualche modo Salvatores sembra rimettersi sulla strada fondativa di un possibile fantasy all'europea, già esplorata a suo tempo con 'Nirvana'; non disdegna gli effetti speciali, ma neppure intende farne il centro dello spettacolo. (...) 'Il ragazzo invisibile' è 'anche' un teen-movie (e con pregi di naturalezza piuttosto rari); è 'anche' un film di supereroi, ma non è solo questo. Non occorre nemmeno troppo scomodare il tema dell'invisibilità come metafora dell'adolescenza per apprezzare l'acutezza dello sguardo di Salvatores su quell'età della vita, cui il regista ha dedicato già una pattuglia di film a cominciare da 'Io non ho paura': un'empatia non condiscendente che di certo i più giovani sapranno cogliere. Neppure ingenua, però: anzi sapiente, quanto lo è lo studio delle inquadrature (nella fotografia di Italo Petriccione, che valorizza eccezionalmente Trieste ) angolate e 'tagliate' come nelle migliori tavole a fumetti. Detto ciò spiace un po' dover constatare che il film, delizioso per trequarti, tende a sfumare, nell'ultimo, un po' a coda di pesce. Stentando a trovare un finale, ne somma tre o quattro; e, soprattutto, perde ritmo quando si addentra nella parte più fantasy, con relative spiegazioni sui destini degli 'Speciali'. Incluso il finale (...) che potrebbe far pensare a una porta aperta su possibili seguiti.
Roberto Nepoti, La Repubblica, 18/12/2014