Il grande dittatore

Data:
02/09/2025
Orario:
22:00

Regia: Charlie Chaplin (Usa, 1940) 126' 

Scuola secondaria di primo e secondo grado

Un piccolo barbiere ebreo, che ha perso la memoria in guerra, torna a casa senza sapere che il suo paese è dominato dalla dittatura di Hynkel, che perseguita gli ebrei. Costretto alla fuga, per la sua straordinaria rassomiglianza viene scambiato con il dittatore e ha così l’opportunità di pronunciare al mondo intero un discorso di pace e di giustizia.

The great dictator non è solo una farsa difensiva ma anche un saggio estremamente preciso sul dramma ebraico e le deliranti ambizioni razziste dell'hitlerismo; un po' come ne La marseillaise di Jean Renoir, si alternano due serie di scene, il palazzo hitleriano e il ghetto; con l'obiettività che si può avere quando si difende la propria pelle, Chaplin oppone i due diversi universi, riservando ferocia al primo e tenerezza al secondo e inoltre rispettando scrupolosamente la verità etnica; le sequenze del ghetto sono scorrevoli, maliziose, astute, quasi danzate; quelle del palazzo hitleriano sono spezzettate, automatiche, forsennate fino alla derisione. Dalla parte dei perseguitati una furiosa brama di vivere, una furberia che sfiora l'irresponsabilità (la scena dell'estrazione a sorte per il sacrificio), dal lato dei persecutori un fanatismo imbecille. Quando alla fine del film, nella più pura tradizione dello spettacolo, il piccolo barbiere ebreo si trova a sostituire il "grande dittatore" di cui era il sosia – senza che una sola allusione sia stata fatta all'interno dell'opera a questo proposito, ellissi geniale –, viene elargita al momento del famoso discorso una serie di verità fondamentali delle quali sarò l'ultimo a dispiacermi preferendole alle secondarie; gli avvenimenti che poco dopo l'uscita di questo film hanno lacerato il nostro continente provano che se Chaplin sfondava porte aperte, queste porte non erano tali per tutti.
François Truffaut, I film della mia vita, Marsilio, 1975