Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi

Marco Martinelli
Italia
La proiezione si svolge in Arena Stalloni (via Campo Samarotto, 10)
𝗦𝗮𝗿𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗶𝗹 𝗿𝗲𝗴𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗼 𝗠𝗮𝗿𝘁𝗶𝗻𝗲𝗹𝗹𝗶, 𝗘𝗿𝗺𝗮𝗻𝗻𝗮 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗮𝗻𝗮𝗿𝗶 𝗲 𝗹𝗮 𝗣𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗜𝘀𝘁. 𝗔. 𝗖𝗲𝗿𝘃𝗶 𝗔𝗹𝗯𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 𝗦𝗼𝗹𝗶𝗮𝗻𝗶
Sei bambine narrano un pezzo di storia contemporanea, nel racconto-evocazione della 'vita agli arresti', fino al 2010, di Aung San Suu Kyi, leader del movimento per la democrazia in Birmania e Premio Nobel per la pace 1991. Un racconto-evocazione che vede alternarsi alla presenza delle bambine quella fondamentale di Aung San Suu Kyi, dei generali Birmani, dei fantasmi evocati e di molti altri protagonisti della storia. Il film è l'adattamento cinematografico dell'omonimo testo teatrale portato in scena dal teatro delle Albe-Ravenna nel 2014.
Serata organizzata in collaborazione con Istituto Cervi
con Ermanna Montanari, Elio De Capitani, Sonia Bergamasco, Vincenzo Nemolato
Ingresso gratuito
In caso di maltempo le proiezioni saranno annullate.
Si affaccia dalla porta una bambina, guarda attentamente prima di fare il passo ed entrare, in quello che è il mondo, qui il ventre modificato a set cinematografico del Teatro Rasi, il mondo del Teatro delle Albe di Ravenna. Cammina in mezzo a ciò che pare essere un magazzino, di memoria e di altre dimensioni – oggetti di scena dei loro spettacoli. Percorre quel labirinto, fino ad arrivare al palco dove si trova Ermanna Montanari: ha un’orchidea in mano, che la bambina le mette tra i capelli. È solo allora, quando quella bambina trasforma la Montanari in altro, che compare il titolo di ciò che sarà questa storia: “Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi”, Primo Ministro birmano, Premio Nobel per la Pace nel 1991, agli arresti domiciliari dal 1990 al 2010, ora Consigliere di Stato della Birmania; figlia dell’eroe nazionale, il generale Aung San, ucciso quando lei aveva solo 2 anni: un destino segnato.
Alla regia del film Martinelli, saggio e umano pedagogo, sensibile e acuto regista teatrale: arrivato a 60 anni ha deciso che era tempo di dedicarsi anche al cinema, e come a teatro il tocco è quello che annuncia la brochure che presenta l’opera: un Film d’Arte.
In un immaginario dichiaratamente ispirato da Jarman, Fellini, Pasolini, Vertov, Kaurismaki, Paradžanov [...] il film scorre tra musiche dal sapore orientale e quelle composte dal musicista di fama internazionale Luigi Ceccarelli, tra immagini di repertorio che ricreano il contesto sociopolitico in cui si muove questa storia birmana [...].