San Damiano

L'umanità che vive attorno alla stazione Termini di Roma vista insieme ad uno dei suoi componenti...
San Damiano
Data:
29/05/2025
Orario:
21:00
Rassegna:
Prima visione
Regia:

Gregorio Sassoli, Alejandro Cifuentes

Anno:
2025
Origine:

Italia

Durata:
86'
Consigli per la visione:
T adatta a tutti

Damiano (35 anni), fuggito dall'ospedale psichiatrico di Breslavia, in Polonia, è arrivato a Roma alla ricerca di una nuova vita e, senza un soldo in tasca, si è immerso nel brulicante mondo che bazzica intorno alla stazione Termini. Rifiutandosi di vivere come un senzatetto, ha trovato rifugio in una torre sulle antiche mura romane e ha cominciato a frequentare la determinata Sofia.

Costo

Ingresso unico a 5.50€

Critica

Un documentario senza filtri che ci immerge in un microcosmo che chiunque sia passato dalla stazione Termini di Roma ha sicuramente sfiorato magari voltando lo sguardo.

Sassoli e Cifuentes non sono arrivati lì per caso. Per un anno hanno fatto volontariato per assistere i senzatetto nell'ambito dell'attività della comunità di Sant'Egidio. Quando una notte hanno deciso di voler provare a dormire insieme a loro hanno incontrato Damian, un essere umano uguale e diverso rispetto agli altri che dimorano lì attorno.

Uguale perché afflitto da più di una problematica. Diverso perché non vuole essere un senzatetto e si è trovato una 'casa' in una torre delle Mura Aureliane. Seguendo lui, i suoi sbalzi d'umore, la sua trascinante vivacità ma anche il suo alcolismo e, a volte la sua violenza, incontriamo un mondo che preferiamo non vedere o sul quale vorremmo solo che intervenissero le forze dell'ordine senza se e senza ma.

I due registi non hanno la benché minima intenzione di fare del pietismo e di tracciare un ritratto agiografico di questo mondo e dei suoi abitanti. Il' santo' che precede il nome di Damiano nel titolo ha il senso del riconoscimento di una tenacia, di una luce interiore (seppure intermittente) che questo essere umano ha dentro. Questo però non fa arretrare i registi dal riprendere e poi dal montare scene che, se qualcuno degli spettatori ne fosse oggetto, non potrebbe non ritenere riprovevoli e da sanzionare.

Recensione di Giancarlo Zappoli