PIGGY

Carlota Pereda
Spagna
Estremadura. Estate. Sara, la figlia di un macellaio nel cui negozio ogni tanto è al banco, viene costantemente fatta oggetto di body shaming da sue tre coetanee. Un giorno in cui si è recata in piscina l'aggressione da verbale diviene fisica con tanto di sottrazione degli indumenti. Un debutto promettente per la regista Carlota Pereda con questo horror, fiaba dark e storia di rinascita, che ha riscosso successo per la sua tematica, il bullismo, applicata al genere.
Ingresso speciale a 3.50€ per l'iniziativa "Cinema Revolution"
con Laura Galán, Richard Holmes (II), Carmen Machi, Irene Ferreiro, Camille Aguilar
3.50€
Versione originale con sottotitoli in italiano
Carlota Pereda, qui al suo primo lungometraggio scritto e diretto, torna ad avvalersi della più che notevole performance attoriale di Laura Galán che le consente di realizzare un'opera che può essere letta sotto almeno due angolazioni diverse. Perché da un lato (potremmo definirlo realistico) Piggy ci pone di fronte ad una vicenda di body shaming come purtroppo tante ne accadono quotidianamente (e non necessariamente causate dal sesso opposto) su cui si inserisce la presenza di un serial killer. Avremmo così una base di denuncia sociale che si trasforma in un film di genere in cui l'omicida finisce con l'assumere (anche) il ruolo del vendicatore. Anche. Perché mentre procede nella sua efferata missione commette omicidi che nulla hanno a che vedere con quanto la protagonista ha dovuto subire. C'è però anche un altro tipo di lettura possibile. Sara (le coetanee finiranno per riconoscerle un nome al posto degli epiteti con cui l'hanno sempre dileggiata solo quando si troveranno in pericolo di morte), è giunta vicino al punto di rottura dopo l'ennesimo vigliacco scherzo. Proietta allora il suo desiderio di vendetta nella figura del serial killer immaginario che compie ciò che lei vorrebbe poter fare per liberarsi di un contesto (anche familiare) che la opprime oltre il sopportabile.
Recensione di Giancarlo Zappoli