Le lacrime amare di Petra von Kant

Probabilmente il più doloroso film di Fassbinder, che non concede nulla allo spettacolo
Le lacrime amare di Petra von Kant
Data:
14/09/2022
Orario:
21:00
Rassegna:
Il cinema ritrovato
Regia:

Rainer Werner Fassbinder

Anno:
1972
Origine:

Germania

Durata:
124'

Petra von Kant è una famosa stilista che vive sola con Marlene, la sua assistente apparentemente muta, la quale accetta i maltrattamenti e la severità della "padrona" senza battere ciglio. I due matrimoni di Petra sono finiti con la morte del primo marito e con il divorzio dal secondo; entrambi l'hanno segnata profondamente. Un'amica le fa conoscere Karin, una ragazza giovane e bellissima, della quale Petra si innamora profondamente. Le due portano avanti una relazione, ma col tempo Karin diventa sempre più fredda e crudele, e inizia a trattare Petra con lo stesso sadismo con cui lei tratta Marlene. Ad un certo punto Karin lascia Petra per un uomo e questa cade in una profonda disperazione. Petra allora decide di voltare pagina e di migliorare il suo rapporto con Marlene, ma quando le si rivolge in modo affettuoso e amichevole, quest'ultima fa le valigie e se ne va.

Cast e Credits

con Margit Carstensen, Hanna Schygulla, Katrin Schaake, Eva Mattes, Gisela Fackeldey, Irm Hermann

Costo

7€; ridotto 5.50€

Biglietti online

Informazioni aggiuntive

Colore

Versione originale con sottotitoli in italiano

Critica

“Separata dal marito, madre di una figlia adolescente, Petra - disegnatrice di moda affascinante e intelligente - vive con Marlene, factotum onnipresente e asservita. Quando incontra Karin, di estrazione proletaria, se ne innamora follemente, ma sei mesi dopo ne viene abbandonata. La lascia anche la devota Marlene. Riduzione di un testo teatrale, scritto e messo in scena dallo stesso R.W.F. l'anno prima, è il più autobiografico tra i suoi primi film e un ammirevole esempio di trasposizione dal palcoscenico allo schermo. Attraverso la duplice dialettica servo/padrone e amore/denaro sfocia, con la protagonista che alla fine si ritrova nella situazione di partenza, in un melodramma tipicamente fassbinderiano. "Kitsh? Certamente. Capolavoro? Anche."

Recensione di A. Farassino